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Recensioni Film
GATTI ROSSI IN UN
LABIRINTO DI VETRO
Thriller anni '70 del veterano Lenzi che funziona a tratti. A Barcellona una catena di misteriosi delitti ha come unico punto di legame il fatto cha alle vittime viene asportato l'occhio sinistro. Un gruppo di gitanti (i gatti rossi del titolo perche' in una scena del film indossano,durante una mattina piovosa, degli impermeabili rossi) verra' decimato fino al colpo di scena finale in cui si scopre che l'assassina è menomata dell'occhio sinistro e si vendica crudelmente per questa tragedia che l'ha colpita.In pieno filone "animalesco" Argentiano (poiche' i tioli delle pellicole thriller dei primi '70 tendevano a mettere nomi o parti animali nei titoli sulla scia di Dario Argento) si inserisce questo film di Umbrto Lenzi che ha dei momenti di tensione e dei delitti girati in buon stile grafico. E' il ritmo che fondamentalmente manca e diciamocelo, anche il colpo di scena finale è alquanto scontato. Comunque resta il fatto che la pellicola è di dignitosa fattura e che la sceneggiatura nel complesso regge abbastanza.
GHOST TOWN -
LA CITTA' MALEDETTA
Una ragazza si trova al centro di una situazione alquanto bizzarra: ha attraversato un varco spazio temporale che l'ha condotta in un villaggio del far-west popolato da zombi-pistoleri !!! La nostra si trova cosi' coinvolta in una situazione d'incubo dalla quale non sa come uscire. Come se non bastasse il crudele capo dei banditi-zombi decide d'insidiarla e vorrebbe incatenarla per sempre nel regno dei morti. Per fortuna un eroico poliziotto che si è messo sulle tracce della ragazza riuscirà a giungere nel villaggio fantasma e la trarrà in salvo. "Ghost Town" è uno degli ultimi films prodotti dall'Empire di Band prima del fallimento. Dopo un buon inizio (notevole la scena in cui la ragazza viene "rapita" dal vento furioso) il film si adagia sulle corde dell'ironia. Risulta comunque spassoso il contrasto fra l'ambientazione western e la presenza degli zombi. La regia di Governor (un esperto in low-budget) è tutt'altro che malvagia ed alcuni buoni effetti speciali allietano la visione di tale pellicola. Qualche scena gore di discreto impatto condisce il tutto. Se si soprassiede sulla leggerezza della storia e sui molti clichè all'americana ci si può anche divertire.
GHOULIES
L'Empire di Band sfornò questo clone deteriore di "Gremlins" nel 1984 ed il film ottenne anche un discreto successo di cassetta. Un ragazzetto ha in eredità una vecchia e lugubre mansione ed incautamente si avvicina alla magia nera. Con un'invocazione libera degli spiriti infernali che appaiono sotto forma di brutti mostriciattoli casinisti ed assassini. Inutile dire che le creature combineranno disastri a non finire. Povero nei mezzi e nelle idee, "Ghoulies" è un film che diverte solo a tratti. La parte iniziale è piuttosto lenta e la sceneggiatura confusa. C'è qualche discreto effetto speciale di Buechler e qualche gag azzeccata anche se l'ironia insita nella pellicola è di grana grossa. I mostriciattoli sono simpatici (e più malvagi dei cugini Gremlins) ma spesso hanno movimenti che rivelano palesemente la loro natura di pupazzi. L'attore-regista Bercovici ( di origini italiane ), qui alla sua prima prova dietro la macchina da presa, non riesce a dirigere in maniera entusiasmante la vicenda. Il film ha avuto ben altri tre sequel, di cui l'ultimo piuttosto apocrifo.
GHOULIES 2
I cugini cattivi dei "Gremlins" tornano in questo sequel diretto da Albert Band, papà del produttore/regista/sceneggiatore Charles Band. I demonietti questa volta mettono in subbuglio un luna park. I ghoulies si nascondono all'interno della casa degli orrori ed accoppano i visitatori nelle maniere più bizzarre. C'è chi viene sbranato, chi è diviso in due da un pendolo in stile Edgar Allan Poe e ci vorrà la magia per debellare i tremendi mostriciattoli. Il mestiere di Albert Band riesce a tenere a galla questo filmetto che non ha pretese, ma almeno possiede una confezione dignitosa. Ai ghoulies è concesso più spazio in questo sequel e la loro carica horror/comica aumenta decisamente. Non manca neanche il gore, con un paio di scene sufficientemente sanguinose. Ovviamente il film è poca cosa nel complesso e risulta divertente a tratti. Se non altro non ci si annoia. Simpatica la scena in cui un malefico ghoul toglie i bulloni ad una delle cabine dell'otto volante in funzione. Potete immaginare le disastrose conseguenze. In definitiva, rispetto al primo "Ghoulies", c'è un miglioramento nel ritmo e negli effetti speciali.Cosa curiosa, il doppiaggio italiano del film è stato curato da Gigi Reder. Attenzione, in Italia esistono due vhs da noleggio che riportano il medesimo titolo "Ghoulies 2". Non fatevi fregare dalla confezione poiché solo quello edito dalla Domovideo è il vero secondo capitolo della saga. L'altro è, in realtà, il terzo episodio "Ghoulies go to college" che è stato semplicemente rititolato in maniera errata.
GINGER SNAPS
Sorprendente horror canadese del 2000 che tratta il tema della licantropia all’interno di un contesto giovanile. Brigitte e Ginger sono due sorelle dal look dark, spesso derise ed isolate dai loro coetanei. Le due ragazze coltivano una strana passione per la morte e si dilettano nel realizzare fotografie in cui simulano morti violente e suicidi. Durante uno dei loro “servizi fotografici” vengono aggredite da un lupo mannaro e Ginger viene ferita. Sarà l’inizio di un incubo. Infatti Ginger, essendo ormai contaminata dal morbo della licantropia, inizierà a mutare psicologicamente e fisicamente. L’istinto del lupo le donerà più sicurezza e fascino dinanzi ai maschi ma al tempo stesso un’indole particolarmente feroce la porterà alla ricerca di sangue. E la notte di luna piena si sta avvicinando… Dotato di trovate di sceneggiatura particolarmente originali (che fanno perdonare alcune incoerenze sparse qua e la nella vicenda) e diretto molto bene, “Ginger Snaps” è un buon horror piuttosto coinvolgente. I soliti cliché da teen-movie cedono il posto ad una visione disincantata del mondo giovanile, dove il pregiudizio, la superficialità e la cattiveria la fanno da padroni. La stessa fotografia del film gli conferisce un alone cupo e depressivo che i pochi momenti ironici non riescono a lenire. Ottima la prova recitativa del duo Perkins/Isabelle, sorelle reiette unite nel dolore e nella morte. Innegabile il fascino perverso della stessa Katharine Isabelle nel ruolo di Ginger. Notevole anche il tasso di splatter contenuto nella pellicola che si avvale di buoni effetti speciali e diverse scene shock, sempre ben congegnate e mai gratuite. Assurda la scena in cui Brigitte si avvicina alla sorella che sta dormendo e scopre che, fra le natiche, le è spuntata una coda !!! In Italia ovviamente il film non è stato ancora distribuito (ma la speranza è l’ultima a morire no?) ma il buon successo di cui ha goduto negli U.S.A. ha fatto si che i produttori ne abbiano messo in cantiere 1 sequel ed un prequel.
GOD TOLD ME TO
Una serie di brutali delitti funesta la quotidianità di New York. Gli omicidi vengono compiuti da comuni cittadini, improvvisamente impazziti, che dichiarano che è stato Dio ad ordinargli di uccidere. Un detective cercherà di far luce sull'oscuro filo logico che collega i sanguinosi eventi, sino a scoprire una verità sconvolgente… Nel 1976, due anni dopo il notevole “Baby Killer”, Larry Cohen torna dietro la macchina da presa per firmare quello che è probabilmente il suo film più critico e ferocemente acuto nei confronti della società moderna. Il mix di horror e fantascienza, diretto con uno stile simil-documentaristico molto avanti per i tempi, è solo un escamotage per parlare di tematiche quali la perdita di valori etici e morali da parte dell'uomo, il pragmatismo religioso che scansa la fede e necessita di una disperata concretezza, lo strapotere dei mass-media in grado di plagiare e dirottare la mente del popolo. Con la grande intelligenza che da sempre lo contraddistingue Cohen riesce ad ovviare alle immancabili ristrettezze di budget con un interessante e coraggiosa sceneggiatura. Seppur molto carente nel ritmo, il film possiede un'atmosfera cupa che emana un costante presagio di fatalità anche se il finale riporta la vicenda su più consolatori , e commercialmente fruibili, binari fantaorrorifici. Buona la prova dal cast con un imperdibile ed inquitante cameo di Richard Lynch. Sicuramente un film non adatto ai palati avvezzi esclusivamente all'horror mainstream, ma per tutti gli altri potrebbe rappresentare un'interessante visione.
GIORNI CONTATI -
(END OF DAYS)
Horror d'azione con Arnold Schwarzenegger alle prese con l'anticristo! Il compito di Schwarzy è quello di difendere una ragazza incinta da sette di satanisti e da Lucifero in persona che reclama il futuro figlio di lei come suo discendente. E cosi' si va avanti fra botti, deflagrazioni clamorose, inseguimenti ed improbabili dialoghi… Il film è costato una baracca di soldi e si vede indubbiamente, ci sono effetti speciali a iosa e mezzi di produzione a non finire. C'è anche da dire però che la storia e' misera misera e che Schwarzy ce la metta tutta certo..ma la sua espressività e' assai limitata. Per fortuna c'e' anche Gabriel Byrne che veste i panni di Lucifero con un certo carisma. Se vi piacciono i "botti di capodanno" qui ne troverete in quantità industriale, ma se cercate un film originale…bhè, allora cambiate aria....decisamente.
HALLOWEEN - The Beginning
Che anche il classico “Halloween” di John Carpenter fosse destinato, prima o poi, a cadere nella ragnatela dei remake era scontato. Meno scontato era il fatto che alla regia (e alla sceneggiatura) si ponesse l'eclettico Rob Zombie, uno dei registi di punta del new horror americano, in grado di dividere il pubblico in fans sfegatati e detrattori impietosi. Zombie rivede a modo suo la storia del leggendario Michael Myers, inscenando un prologo in cui il “nostro” ,da bambino (un eccellente Daeg Faerch), vive in una famiglia disagiata, con padre alcolizzato, madre spogliarellista e sorella puttanesca. Il sadismo, la rabbia repressa, i continui soprusi subiti e l'infinita tristezza spingono Michael a compiere atti violenti verso gli animali, fino alla fatidica notte di halloween in cui ucciderà padre, sorella ed il boyfriend di quest'ultima. Poi il manicomio criminale, il dottor Loomis, il silenzio che dura per quasi 15 anni fino alla fuga di Michael, la caccia spietata alla sorella Laurie e la scia di sangue che si porterà dietro durante un'interminabile, ultima, notte di halloween. Partendo dai suoi soliti clichè fatti di personaggi laidi, linguaggio scurrile, sporcizia visiva e scenografica, Zombie crea un film diviso a metà, con una prima parte interessante in cui ricrea la gioventù di Michael Myers e regala momenti di tensione ed impatto emotivo, dirigendo con mano molto ispirata, ed una seconda metà, molto meno riuscita invero, in cui si limita ad eseguire poco più del “compitino” da consueto remake . Abbandonato l'aspetto metafisico e quasi esoterico del Myers di “carpenteriana” memoria, “Halloween – The beginning” ci mostra tutta la carnalità del male, la sua palpabile concretezza fin dalla maschera stessa dello psycho-killer, effige della malvagità e della freddezza della morte negli episodi passati, qui invece segnata dal tempo, lacerata e consunta in più punti, sporcata nel suo candore ed evidente specchio di un'anima dilaniata dal dolore e dalla follia. E di sofferenza è impregnata tutta la prima parte della pellicola che, nonostante alcuni evitabilissimi personaggi che rimandano, per look ed attitudini, al precedente “The Devil's Rejects” e nonostante passaggi di sceneggiatura alquanto banali, riesce a trasudare la sporcizia della vicenda attraverso i colori rugginosi della fotografia, le riprese costantemente a spalla, il montaggio sincopato e le esplosioni di violenza grafica. Purtroppo da quando Michael fugge dall'ospedale tutto inizia a scivolare verso una spirale di prevedibilità e noia, con il personaggio di Laurie assolutamente dimenticabile, sia per interpretazione che per caratterizzazione a livello di script. Pertanto il film di Zombie è un film diviso a metà e riuscito solo a metà, in cui non mancano alcune felici intuizioni ed il concetto di fondo dalla malvagità carnale, marcia e totalmente tangibile funziona bene ma che purtroppo paga il pegno nei confronti del film di Carpenter che, senza aggredire mai visivamente lo spettatore e senza bombardare lo schermo con la presenza costante di Micheal Myers, si dimostra decisamente irraggiungibile per pathos ed atmosfere. Capitolo a parte per quanto riguarda il vergognoso scempio perpetrato ai danni della versione uscita nelle sale, decurtata di quasi 10 minuti di montato per permettere di abbassare il divieto ai minori di 14 anni. Se, chi lo ha visto nelle sale, richiedesse indietro i soldi del biglietto non farebbe una cattiva cosa, visto che, ha pagato il prezzo intero per vedere un film che intero non lo è. Roba da matti.
HANSEL E GRETEL (NEVER HURT CHILDREN !)
Più in basso di "Bloody psycho", ancor più squallido di "Delirio di sangue", ecco a voi questo "Hansel e Gretel" vera e propria immondizia di serie ultra-z. In quest'infimo prodotto non c'è praticamente quasi nulla da salvare e il ridicolo involontario regna sovrano. La storia vede i due piccoli Hansel e Gretel venir rapiti ed uccisi da un'associazione segreta che usa i bambini per il traffico d'organi. Ma gli spiriti inquieti & vendicativi dei due pargoli si prenderanno la sanguinosa rivincita ai danni dei loro assassini. Vi giuro che raramente capita di vedere un film cosi' stupido, sconclusionato e peggio recitato di questo! I dialoghi rasentano la demenza allo stato puro e ci sono delle sequenze che lasciano sbalorditi per l'alto tasso di inettitudine del regista. Una su tutte quella in cui una donna registra le voci dei bimbi morti e decide di farle sentire ai suoi compari come prova schiacciante dell'esistenza degli spiriti. Beh, fin qui nulla di particolarmente ridicolo direte voi…E INVECE SI! Poiché il registratore riproduce assieme alla voce dei bambini pure la colonna sonora che ha commentato quella sequenza del film !!!! C'è qualche pedestre scenetta splatter a condire il tutto(simpatico il maciullamento di un contadino che finisce fra le pale della sua mietitrebbiatrice), ma non riesce ad alleviare il tedio mortale che assale lo spettatore. Pare che Lucio Fulci abbia collaborato alla realizzazione di alcuni effetti gore presenti nella pellicola (che tra l'altro ha riproposto, in brevi spezzoni, nel suo "Un gatto nel cervello"), ma il suo contributo a questa schifezza termina qui! Quindi non fatevi ingannare dalla scritta presente in locandina che dice: "Lucio Fulci presenta" poiché trattasi solo di uno specchietto per allodole inventato dai produttori Nannerini e Lucidi.
HELL NIGHT
Slasher datato 1981, diretto da un regista proveniente dal cinema porno-gay ed interpretato da una Linda Blair adulta che, dopo il successo degli esordi con “L'esorcista”, si butterà a capofitto in una serie di low-budget, di qualità spesso infima. La storia è presto detta: un gruppo di matricole, appena entrate in una confraternita studentesca, si trova a dover affrontare una prova d'iniziazione, durante la “notte infernale”, in cui tutti gli studenti danno libero sfogo agli eccessi. I “nostri” dovranno passare la notte all'interno di una vecchia villa abbandonata, un tempo teatro di sanguinosi delitti per mano di un essere deforme, che sterminò la sua stessa famiglia. La leggenda vuole che il mostro viva ancora nei sotterranei della casa e, ovviamente, gli studenti dovranno affrontare la prova di coraggio e, ancor più ovviamente, verranno falcidiati da un (per nulla) misterioso assassino. La banalità dello script spreca la buona fotografia firmata da Mac Ahlberg e la regia non disprezzabile di DeSimone, rendendo “Hell Night” un prodotto noioso ed estremamente prevedibile. Interpreti, come al solito, troppo adulti per essere credibili nei panni dei collegiali ed una spruzzata di sesso a solleticare un minimo gli istinti pruriginosi. Anche dal punto di vista del gore si resta abbastanza delusi, con omicidi poco fantasiosi e scarni di dettagli grafici. Da segnalare solo un paio di momenti riusciti, uno dei quali prevede un inseguimento in un labirinto fatto di siepi, che rimanda al celebre “Shining”. In definitiva uno dei tanti slasher del periodo d'oro dei primi anni '80, confezionato in modo egregio, ma comunque quasi indistinguibile nella massa. Solo per completisti del filone.
HELLRAISER
L'horror esplode con una forza impressionante in questo gioiello a basso budget. Il genio di Barker si ripete su celluloide, dopo aver terrorizzato nei suoi libri, con esiti davvero sorprendenti. Il cubo dei cenobiti, una sorta di passaggio per accedere alla dimensione dove il dolore rappresenta il piacere estremo, dove le carni dilaniate producono orgasmi e creature in tute sadomaso vivono in attesa di vittime sacrificali. Effetti speciali di ottima fattura, atmosfere cupe e numerosi attimi di vera tensione.Tratto dal libro "Schiavi dell'Inferno", questo film di Barker rende concerti tutti gli incubi partoriti dalla mente dello scrittore inglese.Visto il budget piuttosto ridotto con cui è stato realizzato il film avrebbe potuto essere solo un concentrato di effettacci. Ciò non è accaduto poichè la pellicola è in grado di generare un'atmosfera allucinata e malata a tratti insostenibile.Ottimi gli attori, le scenografie e grande Doug Bradley nel ruolo di "Pinhead", capo crudele dei cenobiti.Forse c'è una leggera caduta di tono nel concitato finale dove, in maniera fin troppo facile, la protagonista elimina i demoni, ma ciò non lenisce il grande impatto che questo film ha.Un must per chi ama lo splatter ed una bibbia per chi adora il genere horror. Il film, visto il grande successo commerciale, darà origine ad altri 5 sequel (di modesta fattura in verita').
HOBGOBLINS
Imitazione ultra-low budget del film "Gremlins" che mischia disastrosamente commedia con horror. La storia vede dei teenagers americani che scoprono dei mostriciattoli che si annidano all'interno di una base militare. Gli "Hobgoblins", questo il nomignolo delle creature, sono in grado di esaudire i desideri più reconditi ,che solo apparentemente sembrano giovare, a chi li esprime. In realtà i mostriciattoli sono malefici e non tarderanno a dimostrarlo. Girato con due lire e pochissima fantasia da Rick Sloane (autore della pessima serie "Vice Accademy") il film è davvero disastroso sotto tutti i punti di vista. Attori pessimi ed effetti speciali risibili. Gli Hobgoblins altro non sono che pupazzi, con guanto interno, mossi da un braccio umano...potete facilmente dedurre i grossolani risultati a livello visivo. Anche se il film è pieno di gags e situazioni comiche, non si ride, anzi si finisce col deprimersi terribilmente. La scena più squallida? La parte finale nel night-club...davvero la degna, penosa, conclusione di questo filmino.