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Recensioni Film
BATMAN (1966) di Lesile H. Martinson
Questo è stato il primo film supereroico del cinema americano dopo i cliffhanger (brevi film a episodi) realizzati nel periodi d'Anteguerra. La trama è però piuttosto debole e ci propone Batman, affiancato dal fedele Robin che deve sventare un complotto contro le Nazione Unite ordito dai supercriminali Joker, Catwoman, il Pinguino e l'Enigmista. Il cast è praticamente lo stesso della serie televisiva della quale la pellicola per il grande schermo risulta una sorta di prolungamento. Abbiamo infatti Adam West sotto il cappuccio del Cavaliere Oscuro, Burt Ward nei panni di Robin, mentre Burghess Meredith e l'ispanico Caesar Romero sono rispettivamente il Pinguino e il Joker. Unica grande assente l'icona sexy Julie Newmar, classica interprete di Catwoman qui sostituita dalla meno celebre Lee Meriwether Il film è chiaramente rivolto ad un pubblico infantile, per cui tutta la realizzazione è molto approssimativa e sopra le righe, forse in debito anche coi fumetti dell'epoca, nei quali per correre ai ripari dalle campagne censorie si cercava di sminuire gli elementi noir del personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger, dandone un'interpretazione più "sorniona". Per completare questa "opera" già parecchio kitsch gli sceneggiatori hanno pensato che in tempi di Guerra Fredda valeva la pena di attribuire a Cat-Woman delle origini russe. La sensuale donna-gatto parla così con accento slavo simulato e si rivolge a Batman chiamandolo "compagno" (sic). Paolo Motta.
BATWOMAN, L'INVINCIBILE SUPERDONNA (1967) di Renè Cardona
Anche se il titolo potrebbe trarre in inganno, questo film messicano non ha nulla a che fare con la Bat-Woman controparte femminile di Batman presente nei fumetti degli anni '40-'50, ma poi soppiantata dalla più giovane Bat-Girl (originariamente sua assistente e controparte di Robin). La storia assolutamente assurda ruota su una lottatrice di wrestling che, quando non calca il ring, conduce una sua battaglia personale contro il crimine. In particolare Bat-Woman deve vedersela con uno scienziato pazzo che uccide i lottatori per trapiantare le loro ghiandole pineali sui pesci (sic), i quali si trasformano così in creature simili al Mostro della Laguna Nera dell'omonimo classico di Jack Arnold. Da notare che nel costume della Donna-Pipistrello, ridotto a poco più che un bikini si nasconde un'attrice italiana, Maura Monti, interprete di ben trentasei film in Messico nel giro di soli sei anni. Nonostante i B-movie messicani incentrati su wrestler mascherati presentino spesso caratteri spiccatamente orrorifici che li distinguono da tante produzioni statunitensi, alcuni sostengano che alla base della proliferazione di queste pellicole, spesso dozzinali, ci sia proprio il successo internazionale del telefilm nordamericano di Batman. In fondo per i messicani i lottatori coi loro costumi sgargianti e i bizzarri nomi di battaglia sono quanto di più vicino ai superuomini yankee. Paolo Motta.
BATMAN (1989) di Tim Burton
Capolavoro multimiliardario diretto dal giovane Tim Burton che già si era segnalato per Beetle Juice - Spiritello Porcello e che con questo film entra nel giro delle major hollywoodiane. Burton si avvicina molto alla rilettura del personaggio di Batman effettuata da fumettisti come Frank Miller e Alan Moore. In particolare il regista californiano sembra in debito con il romanzo a fumetti The Killing Joke scritto da Alan Moore per i disegni di Brian Bolland ed incentrato sul Joker, l'arcinemico psicopatico del Cavaliere Oscuro. Nonostante l'attore Michael Keaton dia il suo meglio nell'interpretare Batman, che qui compare con un insolito costume interamente nero, la scena gli viene continuamente rubata dal Joker, interpretato da un Jack Nicholson in ottima forma. Non più uno strano criminale agghindato da clown, ma un affascinante villain dal ghigno perennemente stampato in faccia che concepisce l'omicidio come una forma d'arte, il Joker di Nicholson e Burton difficilmente può venire dimenticato. Il film inoltre è sostenuto anche dalle ottime musiche di Danny Elfman, oltre che dal notevole estro visivo di Burton che si diverte ad infarcire la pellicola di anacronismi: siamo negli anni '90 ma ci sono abiti e automobili che ricordano gli anni '30 e '40, epoca in cui Batman fece la sua prima apparizione all'interno della rivista Detective Comics; le architetture funeree della metropoli di Gotham City si mescolano con reminescenze pop. La sequenza conclusiva ambientata sulla cima di una cattedrale va infine annoverata come una delle meglio dirette in un film di supereroi per il livello di tensione che sa infondere nello spettatore. Paolo Motta.
BATMAN-IL RITORNO (1992) di Tim Burton
Tim Burton torna a dirigere Batman, affidando nuovamente la parte dell'Uomo-Pipistrello a Michael Keaton. Anche stavolta la parte del leone non spetta all'eroe, ma ai suoi antagonisti: il cinico miliardario Max Schrek (Christopher Walken), il Pinguino (Danny de Vito) e Cat-Woman (Michelle Feiffer). Schrek è un personaggio mai apparso nel fumetto ma ideato appunto da Burton come critica alla corruzione del potere economico e con un nome che omaggi l'interprete del Nosferatu di Murnau; il Pinguino è un malvagio freak abbandonato dai facoltosi genitori appena nato che vuole vendicarsi per l'infanzia che non ha mai avuto; Cat-Woman, una timida segretaria che, dopo essere stata gettata dalla cima di un grattacielo e resuscitata non si sa come da un branco di gatti randagi, si tramuta in una diabolica dark lady. Il rapporto amore-odio tra Batman e Cat-Woman è ottimamente descritto nel film e si può dire che difficilmente qualche altra pellicola supereroica riuscirà a fare altrettanto, siccome il genere, ci duole constatarlo, tende a privilegiare gli effetti speciali e all'azione che non le sottigliezze psicologiche. Burton in questo film accentua ancora di più la sua carica visionaria, costellando Gotham City di statue neogotiche e sbizzarrendosi nell'ideazione di gadget, costumi e scenografie legati ai vari character e ai loro "animali-totem" (il pipistrello per Batman, il gatto per Cat-Woman e ovviamente il pinguino per Pinguino). Sfortunatamente il film, pur ottenendo un grande apprezzamento sia dal pubblico che dalla critica, ricevette anche attacchi da associazioni di genitori e insegnanti che lo consideravano troppo tetro per un pubblico di minori. Paolo Motta.
BATMAN FOREVER (1994) di Joel Schumacher
La regia della saga del Cavaliere Oscuro passa dal genio Tim Burton al mestierante Joel Schumacher e la qualità ne risente parecchio. Michael Keaton rifiuta di vestire per la terza volta i panni dell'Uomo-Pipistrello, cedendo il posto a Val Kilmer. Sebbene Kilmer altrove abbia dato ottime prove recitati, qui appare completamente fuori parte, così pure Nicole Kidman che veste i panni anonimi di una psicologa, ideata apposta per creare parentesi romantiche come in ogni produzione hollywoodiana che si rispetti. Anche l'approfondimento psicologico dei villain che era stato l'asso vincente dei precedenti film, qui è scomparso: Jim Carey nei panni dell'Enigmista imita goffamente il Joker di Nicholson, mentre Tommy Lee Jones è sotto utilizzato come Due Facce. L'unica novità è l'inserimento di Robin (Chris O'Donnell) in versione ragazzo ribelle, anziché la solita spalla incolore, ma troppo poco per risollevare il film. Paolo Motta.
BATMAN & ROBIN (1997) di Joel Schumacher
Schumacher ci riprova assoldano alcuni attori cool nei ruoli principali: il mantello di Batman passa a George Clooney, allora reduce dal successo televisivo di E.R., mentre a Robin-Chris O'Donnell si affianca Alicia Silverstone come Bat-Girl. Il risultato è tuttavia fiacco, al punto da sembrare più in debito con i vecchi telefilm anni '60 che non con i fumetti attuali. Arnold Schwarzenegger veste i panni per lui insoliti di un cattivo Mr. Freeze, uno scienziato esperto in criogenia ossessionato dall'idea di vendicare la moglie morta e che non può più sopportare il calore a causa di un incidente di laboratorio. Uma Thurman è invece Poison Ivy, una fanatica ecologista dotata di feromoni per sedurre gli uomini e micidiali baci velenosi per ucciderli. Sebbene Poison Ivy/Thurman per la sua sensualità sia divenuta l'idolo delle cosplayer alle fiere di fumetto, ancora una volta la pellicola non decolla e al botteghino si rivela un tonfo colossale, al punto da allontanare per un certo tempo Batman dal grande schermo. Paolo Motta.
CAT-WOMAN (2004) di Pitof
Spin-off dedicato ad una storica nemica di Batman, Cat-Woman che qui non è più la ladra Selina Kayle, ma una disegnatrice di moda, Patience Phillips, dotata di un legame mistico con la dea-gatta egizia Bastet. A dirigere viene chiamato il francese Pitof che si era fatto notare dirigendo Vidocq, uno strano feuilleton con Gerard Depardieu, ma il regista non sembra a suo agio con il cinema-fumetto, tanto che il film risulta scontato e dallo svolgimento scolastico. Fosse stato un piccolo B-movie sarebbe stato sopra la media, ma qui si tratta di una megaproduzione con due dive hollywoodiane: Sharon Stone, che interpreta elegantemente una perfida magnante dei cosmetici, e Halle Berry che si fa notare solo per il suo costume discinto che ha finito per andare a ruba tra i cultori di fetish e sado-masochismo. Come se non bastassero alcuni malignano che siano in definitiva più le scene girate dalla stunt neozelandese Zoe Bell (in seguito attrice per Tarantino in Grindhouse) che quelle con la Berry, col risultato che quest'ultima si è aggiudicata un Razzie Award ("premio pernacchia" una sorta di Oscar del trash). Paolo Motta.
BATMAN BEGINS (2005) di Christopher Nolan
Basato sulle miniserie Dark Knight Returns di Frank Miller e Batman: Year One scritta sempre da Miller con disegni di David Mazzucchelli, questa nuova pellicola si distacca completamente dalle precedenti, calando il character ideato da Kane e Finger in un contesto il più possibile realistico. La vicenda rinarra proprio le origini del Cavaliere Oscuro, il giovane miliardario americano, Bruce Wayne, che persi i genitori si reca in Oriente per studiare le arti marziali e, rientrato in patria, sfrutta i suoi capitali e i marchingegni progettati dall'abile Lucius Fox per combattere il crimine. Nonostante Chistopher Nolan non sia stata la prima scelta dei produttori per questo nuovo blockbuster (erano stati contattati in precedenza Darren Aronofsky e i fratelli Wachosky), si rivela una carta vincente: per la prima volta tutta l'attenzione viene rivolta direttamente su Batman e non sui suoi antagonisti, tanto che Nolan ne usa due dei meno noti nella saga dell'Umomo-Pipistrello, ossia Ra'as al-Gun, il misterioso leader di una setta asiatica, e lo Spaventapasseri, uno psichiatra più interessato a spargere fobie che a curarle. Anche l'attore scelto come protagonista, Christian Bale, pur essendo fisicamente distante dal Bruce Wayne che solitamente vediamo negli albi a fumetti, ha soddisfatto pienamente i fan, essendo credibile tanto nelle sequenze d'azione che nei momenti più intimisti. Da notare poi che Nolan dovendo gestire un cast di stelle, tra cui Michael Cain, Rutger Hauer, Kathy Holmes, Morgan Freeman e Liam Neeson, solo per citarne alcuni, rischiava di lasciare qualcuno sottoutilizzato, oppure di dare troppo spazio all'uno rispetto all'altro. Al contrario il regista ha saputo dare a ciascun attore il giusto spazio, tanto che si ha l'impressione di assistere ad un grande concerto sinfonico ottimamente orchestrato. Paolo Motta.
IL CAVALIERE OSCURO (2008) di Christopher Nolan
Seguito di Batman Begins, nuovamente diretto con maestria da Christopher Nolan. Stavolta l'ispirazione viene dalla graphic novel The Killing Joke, la stessa che aveva ispirato il film di Tim Burton. Il Joker, tuttavia, qui non è sfigurato da sostanze chimiche, ma ha il suo sorriso costituito da due vistose cicatrici ai lati della bocca. Il criminale, interpretato da Heath Ledger, è pronto a lanciare la sua sfida all'Uomo-Pipistrello che stavolta sta cercando di aiutare il candidato procuratore distrettuale Harvey Dent nei suoi progetti per ripulire Gotham City dalla delinquenza organizzata. Ancora una volta Nolan riesca a elaborare un prodotto molto sopra la media, infarcito anche di sottili riflessione sul confine tra potere, crimine e dittatura. Nonostante Christian Bale sia nuovamente ottimo nel tratteggiare Bruce Wayne-Batman, l'attenzione viene catturata dal bravissimo Ledger che ci presenta un Joker particolarmente nichilista e pronto a distruggere la società senza nemmeno una vera ragione. Purtroppo l'attore divenuto celebre per I Segreti di Brokeback Montain, è morto non molto tempo dopo l'uscita del film per abuso di farmaci. Fatto che ha finito per dare a Il Cavaliere Oscuro un fascino "maledetto". Paolo Motta.
IL CAVALIERE OSCURO IL RITORNO (2012) di Christopher Nolan
Arriviamo nell'anno di grazia 2012,finalmente siamo pronti a gustarci l'ultimo episodio di quella che nel bene o nel male è la più grande saga fumettistica mai girata negli ultimi anni.
Dopo il gigantesco successo del capitolo due,secondo te si poteva evitare un numero 3?
No, le leggi del mercato sono chiare:spremere lo spremibile per le masse che ancora sono in balia della pellicola precedente. Nolan ha detto che con questo terzo capitolo avrebbe voluto porre fine alla triologia e alle avventure di Batman con un grande film, ricco di sfaccettature, completo sotto ogni punto di vista, perchè,come giustamente ricorda,la cosa importante è la storia. La sceneggiatura è affidata di nuovo al fratello Johnatan con la collaborazione di David S.Goyer,per il soggetto. Quando hai una buona storia tra le mani,devi veder di aver anche un buon cast a cui affidare i ruoli e penso che questo film possa dire di averlo trovato. Christian Bale è tra i migliori attori della sua generazione, lo rammentiamo per aver partecipato anche al film bellissimo di Brad Anderson, L'uomo Senza Sonno. Prova durissima,che impose all'attore una perdita di peso assai drastica. Debutta a 13 anni nel film L'Impero del Sole di Spielberg, è lui che porta su pellicola il personaggio principale di un romanzo controverso e a suo modo importante come American Psycho, vince l'oscar come miglior attore non protagonista con The Warrior. Attore sicuramente versatile, per molti rimarrà il miglior Bruce Wayne,quello che ha dato al milionario americano un'interpretazione più sentita e sofferta. Micheal Caine è il mitico Alfred, che dire di lui?Una vera leggenda! Figlio della woking class inglese, combattente in Corea, poi al ritorno sceglie con notevole successo la carriera di attore. Il ruolo importante lo ottiene con Zulu. Seguiranno grandi interpretazioni in film spesso entrati nella nostra memoria collettiva, passando dal genere commedia al dramma,memorabile nel film di De Palma,Vestito Per Uccidere. Nella trilogia di Batman, trova spazio anche un altro grande nome del cinema americano parliamo di Morgan Freeman. Nato a Memphis nel 37, dopo ben cinque nomination vince l'oscar per il suo ruolo nel capolavoro di Eastwood, Million Dollar Baby.
Il cattivo è una figura a dir poco importante in questo tipo di film, perchè in sostanza è l'agente catalizzatore delle attenzioni del pubblico. Tom Hardy offre una buona prova nel ruolo di Bane, un mercenario,una macchina di morte e distruzione, a suo modo un rivoluzionario. Mettendo in evidenza l'elemento conservatore della trilogia,cosa che molti notano,ma che a me par eccessiva come accusa. Hardy è una grande promessa del cinema inglese e americano,ha girato una splendida pellicola culto come Bronson di Refn.Tagliato per le parti da duro,spietato, offre al personaggio di Bane, l'epica del male con intenti distruttivi non del tutto criticabili e sopratutto un finale dove si mette in luce anche una certa umanità del personaggio. Le presenze femminili sono degne di nota: in primis Anne Hattaway, la sua Catwoman è sicuramente degna di nota: sensualità e cinismo non mancano a questo personaggio e la giovane attrice - è nata nel 1982- si stacca un po' dai suoi personaggi da commedia sentimentale,con qualche incursione nel biopic - becomnig Jane ,film sulla vita di Jane Austin - la cosa ha dato i suoi buon frutti visto che la sua Catwoman è senza ombra di dubbio la migliore mai portata sullo schermo. Marion Cottilard è ormai una attrice assai affermata, arriva a lavorare per la seconda volta con Nolan. Dopo il bellissimo Inception,qui veste il ruolo di Miranda Tate, donna d'affari che nasconde un diabolico segreto. Tra gli attori leggendari non dobbiamo dimenticare Gary Oldman, il suo commissario Gordon è sicuramente tra le cose migliori della saga, un personaggio umanissimo, malinconico eppure battagliero.
Purtroppo il film è stato segnato dalla tragica strage capitata in America,dove un folle armato di fucile ha ammazzato diverse persone. Ancora una volta, i folli prendono come spunto un grande kolossal, una perfetta macchina di soldi e spettacolo,un tipico prodotto industriale,per dar sfogo alla loro pazzia.
Davide Viganò
SUICIDE SQUAD (2016) di David Ayer
Diciamo subito che al cinema la DC è sempre qualche passo avanti alla Marvel. Mentre altri ci propinano team di supereroi, tipo Avengers e X-Men, la DC ha voluto proporci un film che raduna insieme una ciurma di supercattivi. Di questo gruppo, battezzato Suicide Squad (la squadra suicida), fanno parte tra gli altri il sicario ed infallibile cecchino, Deadshot, il rapinatore australiano e lanciatore di boomerang, George "Digger" Harkness, un'archeologa posseduta dallo spirito di una divinità precolombiana, denominata l'Incantatrice, un pirocinetico soprannominato El Diablo, l'amante del Joker, Harley Quinn, ed infine un mutante mezzo uomo e mezzo coccodrillo, Killer Croc. Questo drappello di pericolosissimi criminali è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, finché il governo non decide di reclutarli per missioni ad alto rischio, offrendo loro in cambio uno sconto della pena.
L'intento commerciale è sfacciato: ci sono infatti anticipazione sull'arrivo di un nuovo Falsh, diverso da quello dell'attuale serie TV, e di un possibile scontro con Batman e la Justice League. La regia di David Ayer è buona ma forse un po' troppo da videoclip. Al regista inoltre viene difficile dare un giusto spazio a tutti i personaggi. Gli unici ad apparire veramente ben tratteggiati sono Deadshot e Harley Quinn, che sono anche interpretati dagli attori con più carisma, cioè Will Smith e Margot Robbie. Quello che convince meno di tutto è invece il Joker, reso come un specie di rapper tamarro dall'attore Jared Leto.
Esiste tuttavia un elemento che secondo me salva questa pellicola ed è il suo involontario "realismo": si accenna, ad esempio, al fatto che nella Seconda Guerra Mondiale gli USA si allearono con la mafia per riuscire a sbarcare in Sicilia. E comunque è risaputo che tra i "collaboratori esterni" dalla CIA ci sono spesso criminali di guerra, terroristi, narcotrafficanti e gente poco raccomandabile. Poi proprio come nel film qualcuno sfugge alla mano del padrone con conseguenze catastrofiche (vedi le vicende di Osama Bin Laden o di Manuel Noriega). Con la differenza che qui è tutta finzione scenica e che c'è anche una bella colonna sonora. Paolo Motta