ALIENANTE


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Recensioni Film

ADOLESCENTE DELLE CAVERNE (TEENAGE CAVEMAN)

Film appartenente alla serie "Le creature del brivido (Creature Features)" prodotto da Stan Winston e Samuel Z. Arkoff (leggendario produttore di b-movies degli anni '50 e '60). Siamo in un futuro post-atomico dove gli umani sono costretti a vivere nelle caverne, non hanno più memoria del passato ed il sesso viene bandito onde evitare la sovrappopolazione. In una tribù un giovane si ribella al padre che investe una carica religiosa (ma che in realtà usa il suo potere solo per concupire le ragazze) e riesce a fuggire con un gruppo di altri ragazzi. Il gruppetto giunge in una città abbandonata dove viene accolto da una coppia di umani in grado di usare la tecnologia per il proprio benessere. Sembra un paradiso per i giovani che presto si lasciano coinvolgere dalla coppia in un circolo di droga e lussuria. Ma non è tutto oro ciò che luccica e presto i ragazzi capiranno di essere finiti in un vero incubo…Diretto da Larry Clark, famigerato autore di pellicole scandalo quali "Kids" e "Bully", il film porta a galla tutte le tematiche care al sopracitato regista. Il sesso in bilico fra peccato e liberazione, la combinazione fra droga, frustrazione e lussuria, il potere viscido ed opprimente delle istituzioni, il paradiso chimico ed il contagio. Ma la miscela non sempre funziona nella pellicola che risente di una stasi troppo pesante nella parte centrale. Inoltre c'è da sottolineare il fatto che il talento di Clark alle volte centra il segno e comunica i messaggi in maniera forte, diretta e scomoda. Altre volte invece tutti i movimenti di macchina, i forzati virtuosismi ed il "voler trasgredire" a tutti i costi appesantiscono la visione generando fastidio per la sua presunzione autoriale. Di fatto "Adolescente delle caverne" diverte nei momenti splatter ma è mal recitato e sceneggiato ancora peggio.

AENIGMA


Deludente horror del nostro Fulci che si cimenta con una storia in stile "Carrie" senza ottenere pero' risultati degni di nota. La trama vede una ragazza derisa e maltrattata da tutti finire in coma a causa di un'incidente tragico. Il trauma subito le donera' pero' dei poteri psichici fortissimi attraverso i quali lei procedera' ad una metodica vendetta nei confronti dei compagni schernitori. Nulla di nuovo fin dalla trama per nulla assistita da una sceneggiatura mediocre e piatta. Fulci prova un paio di colpi di genio ma pare alquanto svogliato e poco ispirato. L'unica scena che lascia il segno e' quella in cui una ragazza viene letteralmente ricoperta da un'orda di lumache che provvedono a soffocarla con il loro schifoso muco. Per il resto ci si annoia abbastanza e nell'aria aleggia il solito senso di "gia' visto e gia' rispauto" che aumenta solo la delusione. Comunque in difesa del maestro dell'horror c'e' da dire che il budget è davvero risicato e che forse chiunque avrebbe faticato a tirar fuori qualcosa di interessante da questa pellicola.

AFTER DEATH - OLTRE LA MORTE (ZOMBI 4 - L'ISOLA MALEDETTA)

Una spedizione parte alla volta di un'isoletta nelle filippine dove un gruppo di scienziati è svanito nel nulla. Assieme ai vari soldati, armati di tutto punto, c'è una giovane ragazza "sensitiva" che già prevede nefaste atmosfere. Una volta sull'isola uno del gruppo legge una formula magica ed involontariamente combina un pandemonio. Difatti in quel luogo si cela uno dei cancelli dell'inferno ed ora che la formula magica è stata pronunciata i morti risorgono e…sono estremamente affamati! Fragasso alla sua opera seconda, conosciuta anche con l'apocrifo titolo "Zombi 4", (dopo il pessimo "Monster Dog") dimostra ,con pochi mezzi a disposizione e condizioni logistico/temporali pessime (fu costretto a girare di notte quasi la totalità del film, poichè di giorno era impegnato sul set di "Strike Commando 2", diretto da Bruno Mattei), di esser in grado di mettere tanta action nella pellicola e tanto gore (elemento comunque costante nei suoi prodotti, se si eccettua la "Casa 5"). Ma il problema di fondo resta quello di una sceneggiatura disastrosa, che perde di vista tutti i punti di partenza e che genera un film senza né capo né coda. I dialoghi sono risibili, recitati da attori improvvisati e, soprattutto, non esiste caratterizzazione alcuna nei personaggi e… nemmeno negli zombi!!! Difatti i morti-viventi alle volte ciondolano famelici (come nel loro più classico stile) altre volte (inspiegabilmente) corrono e sparano come forsennati! Addirittura in una scena un militare viene abbattuto da uno zombi con un balzo a "braccio teso", in perfetto stile Hulck Hogan. Comunque il sangue scorre a volontà, perciò i fanatici del gore potranno trovare qualche motivo d'interesse nel film in questione.




ALIEN 2 SULLA TERRA

Strani pietre azzurre giungono sulla terra, a seguito dell’atterraggio di un’astronave misteriosamente priva dell’equipaggio a bordo. Una spedizione di speleologi si avventura in grotte sotterranee ed uno di essi rinviene, e porta con sé, una delle rocce spaziali. Ma le pietre piovute dal cielo altro non sono che forme aliene letali, il cui scopo è di prendere possesso del corpo umano. Si scatenerà una disperata lotta fra gli speleologi e le creature assassine. Il titolo truffaldino (tipico specchietto per allodole) di questo film del 1980 nasconde un fanta-horror italiano che nulla c’entra con il celebre “Alien” di Ridley Scott. Il regista Ippolito (specializzato in sceneggiate napoletane e fautore dei due film demenziali degli “Squallor”) , firmandosi con lo pseudonimo Sam Cromwell, realizza un prodotto piuttosto sgangherato ma con buona dose di splatter. Il budget è minimo, ma qualche efficace scenografia non manca e la regia azzecca un paio di buone trovate. Nonostante ciò il film resta cosa assai modesta, scivolando a tratti nel ridicolo involontario e solo la violenza grafica tiene accesa l’attenzione dello spettatore. Curiosità: nei panni di uno degli speleologi troviamo un giovane Michele Soavi..

ALIEN DEAD (THE ALIEN DEAD)

Fred Olen Ray è considerato attualmente come uno dei peggiori registi viventi. Giudizio, a parer mio, eccessivo anche se il “nostro” ha firmato una grande quantità di porcherie su celluloide. Fra di esse va segnalato questo “Alien Dead”, opera seconda di Ray realizzata nel 1980 dopo il tremendo esordio con “The Brain Leeches” (molte filmografie riportano come opera prima “Demented Death Farm Massacre” che in realtà era un film mai distribuito che Ray ha acquistato, rimontandolo ed aggiungendo alcune sequenze in seguito). La trama di “Alien Dead” è lineare e diretta: una meteora cade in un lago della Florida. Gli zombi risorgono. Fine. Nonostante questa spiazzante elementarità il film riesce ad essere caotico ed incomprensibile. La pellicola, girata in 16mm con assoluta mancanza di budget, tecnica ed idee, risulta mortalmente noiosa con rari momenti gore e con effetti speciali assolutamente non speciali. Il make-up degli zombies è quanto di più ridicolo possa esistere. Nonostante inserisca una dose di grossolana ironia, Ray non riesce a salvare la situazione. Menzione a parte per gli attori che guardano in camera e, spesso e volentieri, se la ridono di brutto quando vengono divorati dai morti viventi. Nel cast figura anche Buster Crabbe, un tempo interprete dei serial “Flash Gordon” e “Buck Rogers” ed ormai in completa caduta libera. Da segnalare le scene in cui le ragazze fanno il bagno nel fiume completamente vestite (evidentemente si vergognavano a mostrarsi in bikini di fronte alla telecamera!). Solo per fan sfegatati di Fred Olen Ray.

ALIEN PREDATORS

In un paesino della Spagna, la NASA compie studi sull'esistenza di forme di vita provenienti dallo spazio. La conferma di tali teorie proviene sotto forma di spore aliene che atterrano in quel luogo contaminando gli esseri umani. Un gruppetto di teenagers americani, in vacanza in Spagna, si troverà ad affrontare la mortale minaccia spaziale e riuscirà ad uscirne incolume. Ma il finale di film dimostrerà che gli alieni sono tutt'altro che sconfitti. Primo film horror diretto dall'ex attore Deran Serafian e prodotto dallo spagnolo Carlos Aured che già ci aveva deliziato con uno squallido lungometraggio quale "Monster Dog" (prodotto e co-diretto assieme al nostro Claudio Fragasso). Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un prodotto di assai mediocre fattura che ruba idee da film quali "Alien" e la "Cosa" e che manca totalmente di tensione. C'è qualche bell'effetto splatter (ad opera di un giovane Mark Shostrom) all'inizio e nel finale di pellicola ma non basta di certo a risollevarne le sorti. Fiacca anche la recitazione e, soprattutto, assai superficiale la regia di Serafian. Passate oltre.

ALIEN VS. HUNTER

Notate il titolo di questo film. Vi suona familiare ? Guardate bene la locandina a fianco. Vi ricorda nulla? “AVPR – Aliens vs Predator 2” ma è ovvio ! O meglio il corrispettivo mockbuster sfornato dall'instancabile casa di produzione Asylum, che affida questo ennesimo clone truffaldino alla regia del visual fx man Scott Harper, già autore del tremendo “Supercroc”. Un'astronave atterra nei boschi, vicino ad un ameno paesino montano statunitense. Dal velivolo escono fuori due mostruosi alieni che iniziano a sgranocchiare i paesani. Un terzo alieno, armato fino ai denti e dotato di una tuta corrazzata, fa la sua comparsa di lì a poco per dare la caccia ai due mostri spaziali (permettetemi di dirlo, ma si tratta di un autentico babbeo che passeggia per tutto il tempo senza concludere niente, a parte sparare a casaccio fintissimi raggi laser). La gente del posto ed un gruppetto di pseudo-guerrafondai cercheranno di sventare la tremenda (si vabbeh) minaccia. Il boss dell'Asylum David Michael Latt, ha scritto e prodotto questo film ma non credo, seppur il budget fosse ai minimi storici, che immaginasse quale disastroso risultato finale ne sarebbe scaturito. E' pur vero che ci sono stati numerosi problemi durante la produzione con addirittura difficoltà a raggiungere il metraggio necessario per farne un lungo commerciabile, però questo non giustifica il fatto che “AVH – Alien vs Hunter” è davvero un film pessimo e mortalmente tedioso. Il decoro della confezione decade già dopo i primi 5 minuti di pellicola, per il resto assistiamo ad interminabili dialoghi fra modesti attori (lo stesso William “Ralph supermaxieroe” Katt è imbolsito come non mai), tempi morti a valanga, voragini nella continuity , messa in scena risibile e terribili effetti speciali. Gli alieni non interagiscono mai con i personaggi in carne ed ossa, lo pseudo-predator ha una tuta ridicolissima tanto da far sembrare altamente tecnologica quella del cyborg di “Robowar” del nostro Mattei e, soprattutto, il problema è che nella storia NON succede mai nulla che possa minimamente catturare l'attenzione dello spettatore. Gli sceneggiatori ci provano a metter dentro ironia e anche qualche momento comico ma si ride di più nei frequenti, ed involontari, scivoloni nel ridicolo della vicenda. Infine, perdonatemi, vorrei parlare della mitica PINETA ! La location in assoluto più usata ed abusata dall'Asylum, torna anche qui, dove è sfruttata come campo di battaglia degli alieni e luogo di interminabili passeggiate degli attori, che parlano,parlano,parlano…


ALTA TENSIONE

“Haute Tension”, ovvero “Alta Tensione”, tradotto dal francese. Un titolo che promette ed un film che mantiene le promesse del titolo. Il giovanissimo regista Aja realizza, con grande senso del ritmo e della suspense, una pellicola dal plot semplice (e non poco debitore nei confronti di “Intensity” di Dean R. Koontz ) ma dalla resa estremamente aggressiva ed efficace. Due giovani studentesse, Alex e Marie, si recano nella campagna francese per studiare, in vista degli ultimi esami universitari. Le due vengono accolte dalla famiglia di Alex, in una fattoria immersa in un'atmosfera placida e silente. Ma la tranquillità viene spezzata brutalmente dall'arrivo, nel cuore della notte, di un perverso psychokiller che massacrerà l'intera famiglia e rapirà Alex. Marie, dopo essersi nascosta, potrebbe fuggire, sana e salva, poiché l'assassino non si è accorto della sua presenza. Invece si getta all'inseguimento del pazzo con l'obbiettivo di salvare l'amica ancora in vita. Ma il finale di film rivelerà una ben più agghiacciante verità. Il senso del ritmo è scandito con perfezione ineccepibile, in questo horror francese che si avvale anche di ottime interpretazioni e degli effetti speciali del sempre bravo Giannetto De Rossi. La storia semplice è un puro pretesto per creare situazioni al cardiopalma, realizzate con perizia tecnica e senso del thrilling. Il semplice atto di sbirciare dietro una porta semichiusa diventa in “Haute Tension” una situazione di insostenibile angoscia. Gli ambienti tranquilli si trasformano in trappole mortali dove la follia, brutale e puramente maligna, irrompe senza pietà per nessuno. La lotta impari contro il male assume contorni profondamente disperati. Sesso e violenza ci vengono mostrati in modo intelligente e funzionale, risultando molto disturbanti. Ottima la cupa fotografia cosi' come efficace è la colonna sonora in cui figurano anche i nostrani “Ricchi e Poveri” (so che sembra cosa ridicola, ma credetemi nel contesto funzionano!). Il film tiene col fiato sospeso, nonostante nel finale la sceneggiatura opti per una brusca sterzata che lascia piuttosto basiti, per gli evidenti buchi di logicità. Forse è questo l'unico limite di “Haute Tension”: avere una pretesa fuori luogo, in un prodotto che come unico vero scopo ha quello di far paura. Resta comunque uno degli horror più riusciti del 2003.




AUDITION

Aoyama, vedovo e con un figlio a carico, vorrebbe trovare una donna da sposare. Il suo amico, produttore cinematografico e televisivo, lo convince a cercarla con l’ausilio di una falsa audizione per un film che in realtà non verrà mai realizzato. Cosi’ Aoyama accetta e, dopo aver visto varie candidate, rimane colpito dall’eterea ed androgina Asami. Costei sembra perfetta: accetta il corteggiamento dell’uomo, è dolce e servile, amorevole e comprensiva. In Aoyama nasce un’attrazione profonda ed un amore ossessivo. Ma chi è in realtà Asami ? Un vortice di orrore e dolore sconvolgerà la vita di Aoyama. “Audition” è un film profondo ed inquietante che si divide in due parti nette. Nella prima, nonostante ci sia un filo tagliente di tensione in sottofondo, ci troviamo in una situazione di apparente calma in cui sboccia una storia d’amore. Nella seconda, improvvisa e debordante, l’orrore brutale ed il dolore fisico la fanno da padroni, esplodendo in un climax altamente disturbante. Miike intesse una vicenda con personaggi densi di contrasti che riflettono in se stessi tutti i forzati “tradizionalismi” della società nipponica e tutta la voglia di valicare i tabù segretamente repressi. Vittime e carnefici si confondono, esattamente come realtà e dimensione onirica all’interno del film. Amore diventa sinonimo di distruzione, disgregazione, piacere e dolore fusi assieme. L’aspetto tecnico del film è praticamente impeccabile con montaggio, fotografia e soprattutto attori eccellenti. La parte finale della pellicola (grazie all’uso perfetto della soggettiva e della pseudo-soggettiva) metterà a dura prova lo stomaco e i nervi dello spettatore, lasciando uno stato d’inquietudine che perdura (almeno per me, è stato cosi’) oltre la visione del film. Ispirato ad un romanzo di Ryu Murakami.



BAD TASTE

Scatenato splatter del regista neozelandese Peter Jackson che travolge per la quantita' immane di effettacci e battutacce demenziali.La storia:una piccola & pacifica cittadina e' vittima di un invasione aliena. Lo scopo dei cattivoni e' quello di trovare tanta carne per aprire una catena di fast-food intergalattici a base di hamburger umani! Un gruppo di sgangheratissimi cacciatori di alieni dovranno porre rimedio alla delirante catastrofe. Teste che eslpodono, gente che entra ed esce dagli alieni con motosega alla mano,vomiti e sbudellamenti a iosa per un film divertentissimo ed insospettabilmente ben diretto(visto anche il non-esistente budget!). Davvero spassoso e con una certa critica di sottofondo al meccanismo consumistico delle gigantesche catene di fast-food americane.



BAMBOLA ASSASSINA (CHILD'S PLAY)

Tom Holland è forse uno dei registi più innovativi degli anni 80, autore di piccole chicche fra le quali "Ammazzavampiri" e questo "Bambola Assassina" che si rivela un prodotto altamente divertente con una costante atmosfera tesa. La storia narra delle gesta di un serial-killer con poteri medianici che un attimo prima di morire trasferisce la sua anima all'interno di un bambolotto di nome Chuchy. Il giocattolo viene poi acquistato da un bambino, il quale si troverà a dover affrontare un'avventura da incubo nella quale il maniaco-bambola tenterà ripetutamente di impossessarsi del suo corpo per poter di nuovo ritornare fra gli umani e continuare cosi' le sue delittuose gesta. Il film e' davvero ritmato, con una massiccia dose d'ironia ( la bambola assume i rozzi comportamenti del maniaco, dice parolacce a più non posso ed è pure attratta dal gentil sesso!!) e possiede degli effetti speciali (firmati dal mago Kevin Yagher) davvero stupefacenti. "Bambola Assassina" darà origine poi ad altri tre sequel fra i quali l'ultimo che si intitola "Bride of Chuchy" nel quale addirittura la bambola omicida trova una degna consorte!?!




BAMBOLA ASSASSINA 2
(CHILD'S PLAY 2)

Sequel (di un buon primo) film che ha ottimi effetti speciali ma che non ha di certo il mordente del predecessore. Il bambolotto con l'anima di un serial-killer ritorna in vita(inspiegabilmente) mentre (ancor più inspiegabilmente) dei tecnici ,che hanno recuperato la carcassa abbrustolita, lo stanno riparando. Tornato dal mondo dei morti Chucky provvede alla solita strage tormentando una nuova famigliola che ha adottato il ragazzo del primo episodio. Tutto qua, null'altro di più in questo film che ha il suo punto di forza nei sempre ottimi effetti di Kevin Yagher ma che una sceneggiatura di routine rende blando e scontato. Poca tensione dunque e davvero zero colpi di scena anche se comunque il bambolotto (doppiato dal grande Brad Dourif) è simpatico e di sicuro ha uno spazio maggiore in questa pellicola rispetto alla precedente. Un sequel nella media diretto da un mestierante in definitva.


BAMBOLA ASSASSINA 3
(CHILD'S PLAY 3)

Terzo capitolo della saga di Chucky che ormai ha perso il suo vigore iniziale. Questa volta il bambolotto con l'anima di un serial-killer tormenta un ragazzotto alle prese con l'accademia militare americana. Il solito tentativo di reincarnarsi in un essere umano fallirà miseramente. Tripudio di effetti speciali e di battutine ironiche di Chucky che alla lunga tendono ad annoiare. La zuppa è la stessa di sempre e non c'è granchè con cui divertirsi. Anche la violenza ha i toni più morbidi in questo capitolo e la regia è piuttosto standard, rispettando tutti i clichè tipici e priva di tensione nella narrazione. Se avete più di sedici anni evitatelo!!!!




BAMBOLA ASSASSINA 4
LA SPOSA DI CHUCKY
(CHILD'S PLAY 4 - BRIDE OF CHUCKY)

Quarto capitolo. La situazione migliora abbastanza grazie soprattutto all'intelligente ironia nella citazione di classici horror anni '80. La storia riparte con una psicolabile che recupera i resti di Chucky e tramite un rito voodoo riesce a ridonargli vita. La giovane era l'amante dello psicopatico che risiede nell'anima del bambolotto ed è assetata di vendetta poiché egli la lasciò sola dopo averla sedotta. A causa di una serie d'incidenti anche lei s'incarnerà all'interno di un'orrenda bambola femminile. Assieme ,i due allucinanti amanti, proseguiranno le loro delittuose gesta a scapito di un'altra coppia di ragazzi innamorati in fuga dai genitori. Nonostante il film sia un'enorme stupidaggine che non può essere assolutamente presa sul serio, bisogna dire che la regia è abbastanza interessante. Anche gli effetti si difendono assai bene e di sicuro la scena forte del film è quella in cui un uomo subisce un pessimo trattamento dalle bambole-killer. Gli vengono sparati in faccia dei chiodi che si conficcano nella sua carne e lo rendono assai simile a Pinhead della saga "Hellraiser", qui puntuale scatta la battutina del bambolotto sadico che dice: "Mh..carino..mi ricorda qualcuno"( la citazione è all'ordine del giorno insomma..). In definitiva un film simpatico concepito per giovani spettatori.




BARRACUDA

Questo "Barracuda" è un tipico esempio di sotto imitazione a basso budget. Difatti il film prende spunto da "Piranha" di Joe Dante che a sua volta era un epigono de "Lo Squalo" di Spielberg. In una zona balneare degli Stati Uniti un'industria chimica scarica i suoi rifiuti nell'oceano. La scorie contaminano la fauna acquatica e rendono particolarmente aggressivi e famelici i barracuda. Cosi' i pesci carnivori sub tropicali incominciano a sgranocchiare diverse persone finchè un biologo ed uno sceriffo non cercheranno di arginare la minaccia. Ma dietro l'industria chimica si cela un progetto batteriologico finanziato dal governo e cosi' i nostri eroi si troveranno in guai molto seri. Divertente bad ending. "Barracuda" è un film economico nei mezzi con una regia semplice, ma ordinata, e con effetti speciali di discreta fattura. Il gore è presente, anche se dosato con parsimonia, e gli attori sono volenterosi. La prevedibilità della pellicola è comunque il punto debole principale assieme al fatto che nell'ultima mezzora di girato la vicenda prende una piega thriller escludendo del tutto dalla scena i barracuda. Se siete amanti degli horror che vedono l'umano contrapposto all'animale feroce e, se non avete pretese di originalità nella storia, potete anche dargli uno sguardo. Gli altri passino avanti.




BARRICADE

Timo Rose è un prolifico alfiere dell'ultragore teutonico, in perfetta sintonia con lo stile di Andreas Schnaas (assieme al quale, non a caso, ha realizzato nel 2010 il violentissimo crossover “Karl the butcher vs Axe”) che nella sua carriera ha firmato numerosi lungometraggi con estreme dosi di splatter e sesso. A questa regola, ovviamente, non sfugge “Barricade” realizzato nel 2007 nel quale tutto il budget a disposizione sembra essere utilizzato per effettacci sanguinolenti e litrate di sangue. L'esile storia vede un trio di amici recarsi in vacanza in una zona boschiva della Germania senza sapere che, ovviamente, il posto è soggetto alle continue scorribande di una deforme famigliola di sadici cannibali. Ciò che ne consegue è una serie di ammazzamenti e torture assortite inframezzati da scarni dialoghi e qualche paesaggio da cartolina. Concepito unicamente per un pubblico di strenui gorehounds, “Barricade” offre tantissima violenza, spesso realizzata con trucchi più che discreti, ma si dilata per quasi un'ora e quaranta di lunghezza senza aver quasi nulla oggettivamente da raccontare. La visione diventa tediosa e non è aiutata dallo stile di montaggio adottato dallo stesso Rose che sovrabbonda in filtri pacchiani, salti improvvisi di editing, sovraesposizioni ed effetti finto-pellicola-8mm che non fanno altro che rendere ancor più difficoltoso lo scorrimento del film. Volenterosa la prova dei protagonisti Raine Brown e Joe Zaso, mentre per il resto, gli attori sono evidenti amici del regista presi a prestito per il film stesso. In definitiva se amate lo splatter più estremo, sicuramente troverete pane per i vostri denti. Tutti gli altri si astengano.

BASKET CASE

Cult-movie del grande Henenlotter che vede una coppia di gemelli siamesi alle prese con una sanguinosa vendetta. Difatti i due ,ora separati l'uno dall'altro, un tempo erano attaccati fisicamente con il piccolo inconveniente che Duane (uno dei due) era normale mentre l'altro ,di nome Belial, era un'escrescenza deforme e mostruosa che si sviluppava sul fianco del fratello. Un gruppo di medici-macellai li divisero abusivamente usando metodi assai brutali e gettando Belial nel bidone della spazzatura (da cui il tiolo Basket Case). Ma Duane recupero' il fratello in fin di vita, salvandolo ed attuando con lui un vero massacro vendicativo. Ma la vendetta di Belial non si fermerà solo ai medici abusivi poiché la sua gelosia lo portera' anche ad uccidere la ragazza di Duane e nel tragico finale i due fratelli si getteranno da una finestra assieme uccidendosi. Un film girato in 16mm con un budget davvero risibile ma che possiede idee e genialità. Il dramma dei due fratelli e la loro convivenza è tratteggiato con abilità da Henenlotter che alterna momenti drammatici ad altri di stampo ironico. Il film è anche carico di momenti gore con il climax che si raggiunge nell'allucinata scena in cui i medici dividono i fratelli..davvero crudele e schoccante. Il regista dedica il film al padre dello splatter : H.G.Lewis. Molti anni dopo il film in questione avrà altri due sequel di stampo più marcatamente dissacratorio e comico.

BATTLE ROYALE

Ecco a voi il contestato film di Fukasaku che tante polemiche ha generato in Giappone. Addirittura il primo ministro giapponese ha tentato di impedirne l'uscita nelle sale cinematografiche. Fortunatamente tale intervento censorio è andato fallito ed il film è andato regolarmente in distribuzione. Non credo che sia la violenza contenuta in questa pellicola ad aver generato tutto il vespaio di polemiche ma piuttosto penso che sia la feroce critica che essa muove nei confronti della società nipponica ad aver scandalizzato l'opinione pubblica. Il sistema della competizione sfrenata e spietata è ben sintetizzato dall'ultima scritta che compare prima dei titoli di coda, ovvero: CORRI ! In un futuro prossimo venturo, in Giappone, l'incremento demografico ha raggiunto soglie impressionanti cosi' come il tasso di disoccupazione. Il rapporto fra giovani ed adulti si è incrinato paurosamente portando le due "fazione" a lotte fisiche e psicologiche. La "disobbedienza" giovanile crea forte instabilità nei governi e per porre rimedio a ciò viene emanato un decreto inquietante ossia il Battle Royale. Quest'ultimo consiste in una sorta di "Grande Fratello" al massacro in cui un'intera classe di ragazzi (attorno ai 15 anni di età) viene scelta tramite sorteggio e deportata su un isola deserta. Giunti qui i ragazzi si troveranno costretti, loro malgrado, a partecipare ad un gioco crudele in cui dovranno uccidersi a vicenda poiché solo l'ultimo sopravvissuto fra di loro avrà salvala vita. La lotta sarà spietata e spesso impari. Il film regala attimi di tensione notevoli e duelli all'arma bianca davvero brutali. Alcuni personaggi sono ben delineati nelle loro psicologie e nella crisi che sussegue al fatto di dover uccidere i propri compagni di classe. Ci sono anche cattivi DOC come la ragazza bella e spietata oppure il giovane psicopatico che ha voluto partecipare al "Battle Royale" di sua spontanea iniziativa (simbolico figlio ideale della società). Ovviamente il film non è esente da pecche, fra le quali spiccano gli stucchevoli momenti drammatici in cui alcuni giovani in punto di morte fanno dichiarazioni d'amore cariche di moralismo. Una mossa piuttosto ruffiana da parte di regista e sceneggiatore per accaparrarsi i favori del pubblico giovanile. Ciò non toglie però che la regia sia molto curata con un ottimo gusto per l'immagine, una bellissima fotografia dai toni freddi, scenografie suggestive e bella musica classica a far da colona sonora. Le scene gore sono dosate con intelligenza e parsimonia e conservano il loro aspetto spettacolare e shockante. Carismatica la presenza di Takeshi "Beat" Kitano nel ruolo del crudele professore della classe portata sull'isola. "Battle Royale" è dunque un film interessante e coinvolgente che, difetti inclusi, dimostra le grandi idee e capacità del cinema orientale.

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