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Recensioni Film

2:13 (TWO THIRTEEN)

Un serial killer , che adora Shakespeare , sevizia ed uccide le sue vittime trasformandogli il volto in maschere di carne deforme, con l'intento di tormentare un poliziotto fresco reduce da un ricovero, per esaurimento nervoso. Sembra che ogni delitto sia collegato in qualche modo allo sbirro che , fra una seduta psichiatrica ed una bevuta di troppo, decide di mettersi a caccia dell'assassino. Scavando nel passato, scoprirà che i traumi dell'infanzia possono generare mostri… Scialbo clone, fuori tempo massimo, di “Seven” e de “il Silenzio degli innocenti” che si appoggia su uno stile sporco e sincopato, con qualche incursione fugace nel torture porn , e che rincara la dose di sangue ed orrore rispetto ai suoi illustri predecessori. Godibile solo nell'ultimo quarto d'ora, il film riserva pochi spunti d'interesse e si limita a seguire pedissequamente le sceneggiature delle pellicole sopraccitate, copiando i colpi di scena, mettendo in campo un'attrice (Teri Polo) assai somigliante a Jodie Foster e, addirittura, ricalcando il finale del film di David Fincher. I valori tecnici discreti sono vanificati dall'evidente fretta con cui è stato assemblato il prodotto e la regia di Adelman, autore con un lungo background a basi di documentari, è poco incisiva e dirige in modo incerto anche la prova , tuttavia non disprezzabile, del protagonista Mark Thompson. Salvabile qualche momento gore , specie in apertura e chiusura di film, e per il resto c'è solo noia e dèjà-vu . Datato 2009.


2001 MANIACS

Il cult del 1964 “2000 Maniacs !” diretto dal padre dello splatter H.G. Lewis, ha il suo remake, datato 2005, in questo “2001 Maniacs” che si rivela essere un prodotto divertente e piuttosto fedele allo spirito del suo predecessore. Sullivan fa un buon lavoro a livello di sceneggiatura, riprendendo il soggetto originale ed attualizzandolo, lasciando però intatto lo spirito goliardico e lo humor nero. E cosi abbiamo dei teenagers in vacanza che s'imbattono in Pleasant Valley, paesino sperduto del sud degli States, dove la popolazione di 2001 anime sta per celebrare il Guts and Glory Festival con un enorme barbecue e con danze e musica. I giovani, invitati a restare alla festa, si troveranno ben presto in balia di un intero villaggio di pazzi sadici assassini, il cui unico scopo è di ucciderli e divorarli. Miscelando gli stereotipi dell'attuale cinema horror assieme al vecchio animo reazionario e genuinamente esuberante di “2000 Maniacs”, la pellicola scorre piacevolmente con un buon equilibrio fra ironia,splatter ed un pizzico di erotismo. La regia di Tim Sullivan è puramente narrativa, sobria, priva di virtuosismi ma perfettamente in tono con la vicenda e l'ambientazione. Il budget di 3 milioni di dollari è ben gestito, nonostante una certa povertà di scenografie, ed una nota di merito va data all'intero cast del film, con in testa un Robert Englund piacevolmente istrionico. Massiccia la dose di splatter, supportato dai buoni fx di Pat Tantalo (“Slugs”) con almeno due omicidi da segnalare: uno squartamento con la vittima legata a dei cavalli ed un impalamento molto doloroso. In definitiva un prodotto divertente, privo di pretese, che intrattiene per un'ora e mezza senza mai prendersi sul serio. Prodotto da Eli Roth (“Cabin Fever”, “Hostel”), Scott Spiegel (“Intruder”, “Dal Tramonto all'Alba 2” ) e dall'originario producer di “2000 Maniacs!” David F. Friedman.


7 MUMMIES

Ennesimo clone di "Dal tramonto all'alba" che vede un gruppo di delinquenti in fuga, imbattersi in un antico medaglione risalente all'epoca dei conquistadores. Dopo che un vecchio indiano rivelerà loro l'importanza del medaglione stesso, sorta di sigillo che permette di scoprire un antico tesoro centenario protetto da sette mummie, i galeotti decideranno di mettersi alla ricerca del leggendario oro sepolto. S'imbatteranno in un misterioso villaggio nel deserto, popolato da gente che sembra essere ferma ai tempi del far west, e qui dovranno lottare per la sopravvivenza poichè, a loro spese, si renderanno presto conto di essere circondati da una masnada di morti viventi affamati. Ironia, un pò di gore, un pizzico di sesso e tanta action, gli ingredienti della pellicola in questione che, seppur intrattenedo, rivela grossi limiti di sceneggiatura. Il film è un baraccone rutilante, senza molto senso a dire il vero, che si appoggia a consueti clichè senza offrire nulla di nuovo. Qualche momento divertente si alterna ad altri che scivolano decisamente nel ridicolo, fallendo il tentativo di mantenersi in equilibrio fra trash volontario e spirito serioso (vedi la lotta fra i galeotti e le mummie redivive, che si difendono a colpi di karate). Da segnalare, nel cast, l'impagabile presenza di Danny Trejo e Billy Drago, quest'ultimo nei panni di un villain di tutto rispetto. Per una visione notturna, con zero pretese...



7 NOTE IN NERO

Virginia è una donna dotata di poteri paranormali, che da bambina le causarono l'orrenda premonizione del suicidio della madre. Da adulta, la sua vita scorre normale e felice, finchè giunta in Italia per lavoro non ha un'altra terribile visione. Un atroce delitto in cui un uomo sta murando vivo qualcuno, probabilmente una donna. Virginia stordita e atterrita dalla macabra esperienza decide di indagare, per scoprire se ciò che ha visto è reale o meno. E per cercare di impedire che accada. Un film carico di tensione, con una trama molto accattivante ed una valida sceneggiatura , scritta a sei mani da Dardano Sacchetti, Roberto Gianviti e lo stesso Fulci, vagamente ispirata al "Gatto nero " di Edgar Allan Poe. Ottima la fotografia di Sergio Salvati e brava Jennifer O'Neill nel ruolo da protagonista, inquieta ed angosciata. Un Fulci in gran forma che ci regala un bel thriller parapsicologico che, come egli stesso ha dichiarato in più di un'intervista, ha sempre considerato come una delle sue opere più riuscite nonostante lo scarso successo che, ai tempi, ebbe nelle sale cinematografiche. Datato 1977


28 GIORNI DOPO ( 28 DAYS LATER )

Danny Boyle ( “Piccoli omicidi tra amici” , “Trainspotting”, “The Beach” ecc…) si tuffa, con il suo tipico stile di regia, in questa storia che incrocia horror e fantascienza catastrofica. Alcuni animalisti fanno irruzione in un centro di sperimentazione scientifica sulle scimmie. Con orrore, il gruppo scopre gli atroci esperimenti cui sono soggette le povere bestie e decide di liberarle. Mal gliene incoglie poiché gli animali sono infetti ed in grado di trasmettere un terrificante virus che tramuta, in pochi secondi, gli umani in ossessi sbavanti e feroci. 28 giorni dopo , assistiamo al risveglio di un ragazzo di nome Jim che era ricoverato, in stato comatoso, all’ospedale di Londra. Jim, che nulla sa della tremenda epidemia, inizia a vagare per la città deserta alla ricerca di qualcuno ancora in vita. Da qui ha inizio l’odissea del giovane che incontrerà branchi di feroci “infetti” ed alcuni umani “sani” che si difendono per sopravvivere. Inoltre, la radio capta una sola stazione che manda a rotazione un appello, da parte di un gruppo militare di Manchester, che invita tutti i sopravvissuti in circolazione ad unirsi a loro. L’atmosfera desolata ed angosciante della Londra devastata, la fotografia fredda e sgranata e l’ottima colonna sonora (a cui ha collaborato Brian Eno) rendono i primi 20 minuti di questo film decisamente terrificanti e disperati. Poi la pellicola ridimensiona la sua riuscita poichè la tensione cala progressivamente, l’originalità latita ed il finale non convince del tutto. Eppure, nonostante ciò, è piacevole notare l’atmosfera “europea” di questo film che prende le distanze dall’aurea patinata di molti prodotti “made in USA” che imperversano nelle nostre sale cinematografiche. Interessante anche la scelta di Boyle di adoperare sia la pellicola che il digitale per trasmettere sensazioni diverse. Il digitale difatti viene usato per conferire al film un taglio “realistico” e decisamente crudo. Le citazioni abbondano (“Demoni” di Bava , “Resident Evil” e la trilogia sugli zombie di Romero) anche se, a mio parere, non sempre risultano ben inserite nel contesto e spesso anche i “messaggi morali” che il regista ci invia, lungo il corso della vicenda, sono forzati e forse un po’ ruffiani. Anche se non ci troviamo dinanzi ad un capolavoro, questo “28 Giorni Dopo” risulta essere un film interessante che merita la visione..


976 - CHIAMATA PER IL DIAVOLO ( 976 EVIL )

Esordio, datato 1988, di Robert Englund ( il Freddy Krueger, per quei pochi che non lo sapessero, della serie "Nightmare" ) alla regia. La storia vede un ragazzo, deriso da tutti e molto remissivo, che chiamando un numero telefonico, che promette un oroscopo dell'orrore, si trova invece in contatto direttamente col demonio. Il maligno riesce ad irretirlo e il giovane gli vende l' anima, in cambio di poteri soprannaturali che userà a scopo di vendetta nei confronti dei suoi vessatori. La trama è tutta qua, ma nel complesso il film non annoia ed è dotato di discreti effetti speciali. La sceneggiatura barcolla, nonostante il plot elementare, e fa sorridere pensare che l'abbia scritta, agli esordi, uno come Brian Helgeland che in seguito sarà sceneggiatore di film quali "L.A. Confidential" (per cui vincerà anche un oscar), "Payback" o "Mystic River". Discreta la prova degli attori fra cui spicca lo spiritato Stephen Geoffreys, nei panni del protagonista. "976 - Chiamata per il Diavolo" è, in fondo, un onesto b-movie che si lascia guardare piacevolmente. All'uscita nelle sale fu un sonoro flop al botteghino e questo di certo non ha aiutato Englund nella carriera registica. Almeno fino al 2008 , anno in cui vedremo il suo nuovo horror : "Killer Pad".



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